I sogni: un universo da esplorare
Sei sei una di quelle persone che almeno una volta ha preso nota dei suoi sogni, è perché credi che la tua immaginazione ti ha regalato un momento strano o speciale. Accompagnano le notti dell’uomo sin da quando sono piccoli. Alcune volte ci regalano un dolce risveglio; in altre, ci lasciano un brutto spavento.
In realtà, molti studi hanno già messo spiegato quali sono gli elementi che contribuiscono a questo processo mentale.
Se stai cercando alcuni esempi in cui i sogni hanno influenzato il cinema e la narrativa, ti consiglio questo mio articolo.
Cosa sono i sogni?
Per il Collins English Dictionary sono il processo mentale del dormiente, che manifesta immagini, sensazioni e suoni nella sua mente.
Sono quindi il frutto di un’attività cerebrale in parte logica e in parte irrazionale, che unisce ricordi, esperienze, conoscenze e elementi culturali.
Il mondo onirico: psicologia, letteratura e cinema
I sogni, per la loro particolarità, sono state vere miniere d’oro per alcuni culturali. Ad esempio, il Surrealismo ha saputo esaltare sensazioni e immagini del pensiero umano, ponendoli su un piano superiore rispetto alla realtà.
In ogni caso, quando parliamo d’interpretazione, è impossibile non citare Sigmund Freud , fondatore della psicoanalisi. Per Freud, il sogno è il frutto di ricordi di esperienze reali e istinti di natura sessuale.
Ancor prima di lui, l’universo onirico ha suscitato l’interesse degli imperatori e dei filosofi. e fonte creativa; con la loro magia, hanno suscitato interesse già dai tempi antichi Non a caso, lo stesso Freud per la stesura delle teorie della Psicoanalisi si è avvalso di differenti fonti storiche.
Nell’era moderna, il sogno è definito come l’insieme di esperienze, conoscenze e elementi culturali.
Ricordi, film e libri hanno quindi influenzato il pensiero umano e i suoi sogni. Alcuni studi hanno addirittura dimostrato che prima dell’avvento della televisione a colori l’uomo sognasse in bianco e nero.
Anche il cinema è stato influenzato dal mondo dei sogni. Basti pensare al contributo di Salvatore D’Alì nella scena del sogno del film Io ti salverò di Alfred Hitchcock o a Dreams di Akira Kurosawa, trasposizione cinematografica di sogni reali.
Esempi recenti sono invece Mulholland Drive (2001) e Shutter Island (2010), capolavori che hanno unito elementi del Surrealismo, della Psicoanalisi e della Neuroscienza.
I sogni nella Cultura Greca: arte e premonizione
Nella mitologia greca, erano considerati di natura divina e svelavano agli imperatori il loro destino.
Si pensava infatti che questi messaggi divini fossero consegnati direttamente dal dio Morefeo. I re e gli imperatori, che avevano massima considerazione di questi messaggi; molto spesso, ricorrevano a degli interpreti, consultabili in luoghi di culto come l’Oracolo di Delfi.
In ogni caso, se da una parte i sogni erano considerati come messaggi degli dei all’uomo, Aristotele affermava che ciò non era possibile, in quanto anche gli animali sono in grado di sognare.
Nel 500 a.c., Eraclito si interrogava sulle differenze tra l’individuo sveglio e dormiente, mentre Artemidoro nel II secolo scrisse il primo manuale d’interpretazione dei sogni. Platone invece definiva i sogni come la proiezioni di desideri repressi dalla coscienza, anticipando di diversi secoli il concetto freudiano di subcosciente.
Nell’arte, i sogni cominciavano ad arricchivano la narrativa già dei tempi di Omero, che li usava come elemento scatenante. Erodoto, invece, li usava per analizzare la psicologia di Serse I e portare il lettore a conoscere il vero motivo della guerra tra greci e persiani. In ogni caso, questi esempi sono utili a capire quanto gli imperatori reputassero i sogni come responsabili del proprio futuro.
L’Antico Egitto ed i sogni del Faraone
Anche nell’Antico Egitto i sogni erano considerati dei messaggi che gli dei volevano consegnare all’uomo. Infatti, Seth e Horus si dividevano il compito di consegnare agli imperatori dei messaggi attraverso sogni buoni e sogni cattivi. Ovviamente, per scoprire la natura di sogni venivano consultati degli interpreti, che, in caso d’interpretazione sbagliata, erano condannati a morte. Anche l’Antico Testamento (Genesi 41:1-36) si trovano riferimenti ai sogni premonitori, con Giuseppe a ricoprire il ruolo di interprete dei sogni del Faraone.
Importante lascito di questa cultura è stato il Papiro Chester Beatty III (1991 a.C. – 1786 a.C.), con le chiavi per scoprire se i sogni contenevano messaggi buoni o malvagi.
Antica Roma, stop alle interpretazioni
Nell’Antica Roma, l’imperatore Tiberio vietò l’interpretazione dei sogni nella loro “natura divina”, mentre Tito Lucrezio Caro anticipa Freud affermando che i sogni sono un’attività cerebrale che mischia azioni e oggetti che più hanno tenuto occupata la mente durante la giornata. Per tanto, prima di qualsiasi alto, correla il sogno alla realtà e arriva alla conclusione che il vissuto ha una forte influenza sulla natura del sogno.
Il cervello è capace di prevedere il futuro?
Il nostro cervello è capace di calcoli impressionanti e associazioni logiche eseguite in tempi velocissimi; è quindi capace di immaginare, creare e simulare eventi.
Il Prof. Schacter dell’Università di Harvard ha dichiarato che nell’immaginare gli eventi futuri, il sognante si avvale di esperienze reali e rilevanti. Questo spiegherebbe in parte il realismo di alcuni sogni.
Inoltre, lo psichiatra aiuta a comprendere perché il sogno premonitorio sia stato un elemento ricorrente nelle culture antiche, ma soprattutto di quanto il subcosciente arrivi a conclusioni che solo successivamente si verificheranno nella realtà, ancor prima che ci arrivi il pensiero cosciente e logico.
Sempre se vogliamo lasciarci alle spalle secoli di religione, mistero e magia…